“Racconti taormineschi”, venti brevi storie selezionate tra le 112 pervenute in occasione del Concorso letterario internazionale “Tauromenion – Città di Taormina”, un’iniziativa creata e promossa da Babilonia e rivolta ai cittadini stranieri residenti all’estero, attraverso un caleidoscopio di emozioni, narrano di Taormina. Una selezione non facile per il comitato scientifico, composto da Alessandro Adorno, Antonella Ferrara e Ninni Panzera. I racconti, infatti, hanno ognuno una propria peculiarità, una visione a volte reale a volte immaginaria di Taormina e come protagonisti tante figure di taorminesi di un tempo e di oggi. La vincitrice, premiata durante una serata della terza riuscitissima edizione di Taobuk, è Julia Pikalova con “San Pietroburgo è mio nonno, la Sicilia mia nonna”. Partiamo proprio da questo racconto per fare poi un veloce excursus su gli altri, impaginati da Arthos e supportati da bellissime immagini di Don Corleone objects. La giovanissima autrice unisce il suo profondo amore verso suo nonno e la loro città natale alla conoscenza, prima solo attraverso i ricordi del nonno poi personalmente, della nonna che “si gode ogni singolo giorno e cucina divinamente” a Taormina. L’incontro con la nonna è l’incontro con un’isola che attraverso le parole di Julia diventa magica, idilliaca. “Sicilia” di Miruna Ion Margineanu, il racconto che è arrivato secondo, si avvicina alla Sicilia e in particolar modo a Taormina attraverso un quadro descrittole da un vecchio originario proprio di qua. Anche in questo secondo racconto la Sicilia è vista come un mistero, un enigma, un’isola “ parte ben diversa dall’Italia e nonostante talmente italiana”. Il protagonista del terzo racconto vincitore è un cecchino venuto a Taormina non solo alla “scoperta delle bellezze naturali e artistiche ma di una vita totalmente diversa”. Il cambiamento avverrà al Teatro Antico all’alba. In “Un viaggio a Taormina” di Hongye Ren, Taormina quindi diventa per il protagonista la sua catarsi, qui troverà l’amore, metterà radici e comincerà una vita nuova. Divertentissimo poi il racconto avventuroso di Liam Burke “La Traversata”; hemingwayano “La storia di Giovanni” di Daniel Gubucz; tra leggenda e mito “Cerasada” di Mihaela Sanderson; semplice racconto esistenziale “Il mio cammino” di Antonio Babliku. Odori intensi, bellezze paradisiache, panorami che lasciano senza fiato, luoghi e monumenti famosi, ma anche angoli di paradiso poco conosciuti, dove su tutto “troneggia” il Vulcano, l’Etna questo e altro sono “Racconti taormineschi”. Numerosi quelli che parlano di storie d’amore, colpi di fulmini, incontri romantici, tanti a sfondo giallistico, dove Montalbano o un poliziotto molto simile è sempre presente, alcuni tornano indietro negli anni altri invece fanno un salto nel futuro, certi si fermano solo agli stereotipi certi altri, invece, vanno così a fondo che portano alla luce realtà che tu taorminese neanche conoscevi. Tutti però, rigorosamente tutti, sono scritti con un grande trasporto, un immenso amore e un uso della lingua italiana che ti fa capire quanto amata e studiata sia la nostra lingua all’estero.
Milena Privitera