Taormina. I carabinieri dell’Aliquota Radiomobile e dell’Aliquota Operativa, nell’ambito dei servizi tesi alla prevenzione e repressione dei reati in genere, ma soprattutto di quelli inerenti gli stupefacenti, hanno arrestato un cittadino italiano di 20 anni residente a Giardini Naxos, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina. I carabinieri che da tempo seguivano l’uomo, durante un controllo alla circolazione stradale, hanno fermato il giovane pusher sottoponendolo a perquisizione personale, veicolare e domiciliare. Nel corso delle attività di polizia giudiziaria i militari hanno rinvenuto oltre 50 dosi di cocaina, numerose dosi di marijuana, un bilancino di precisione, diverse banconote di vario taglio frutto dell’attività illecita dell’uomo e materiale per il confezionamento della sostanza. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Compagnia di Taormina in attesa di essere giudicato con rito direttissimo innanzi alla competente Autorità giudiziaria.
I CARABINIERI DENUNCIANO PER RICETTAZIONE UN 52ENNE TAORMINESE RESIDENTE A FURCI
Intanto, i carabinieri della Sezione Tutela Patrimonio Culturale di Siracusa, coadiuvati da personale della Compagnia Carabinieri di Taormina, nel corso di una perquisizione domiciliare disposta dalla Procura della Repubblica di Messina, hanno sequestrato 7 monete, di epoca greca, romana e bizantina, databili tra il I ed il VI sec. d.C. L’attività scaturisce dal monitoraggio dei principali siti Internet di commercio on line. Partendo da alcuni annunci sospetti, i militari sono riusciti a risalire alla persona che aveva messo in vendita le monete, un 52enne taorminese domiciliato a Furci. L’autore degli annunci deteneva illegalmente il materiale archeologico che si accingeva a vendere ed è stato quindi denunciato per ricettazione. Sono in corso ulteriori accertamenti per individuare il luogo di provenienza dei beni recuperati. Il sequestro si inserisce nell’ambito di una più vasta azione di contrasto all’illecito traffico di beni archeologici nell’e-commerce, un fenomeno che riguarda particolarmente le monete antiche. Sotto questo profilo, la rete Internet rappresenta uno dei principali canali di vendita, in quanto consente di raggiungere – facilmente ed in forma anonima – un elevato numero di potenziali acquirenti, spesso inesperti e incuranti di una normativa di settore che punisce le ricerche e l’impossessamento e, di conseguenza, la commercializzazione anche di tale tipologia di beni.