Letojanni. “Aggressione al bimbo? Macchè!”. E’ quanto si legge in una lettera dell’avvocato del presunto aggressore del bambino di 11 anni, “reo”, quest’ultimo, di aver suonato il campanello di casa alle 23.30 e di aver svegliato la famiglia dell’uomo poi denunciato per lesioni. “In realtà – scrive il legale nella lettera inviata ad un sito web che ha raccontato per primo il fattaccio – quella notte non vi è stata alcuna aggressione, ma solamente il tentativo da parte del mio assistito di trattenere il bimbo per consegnarlo ai carabinieri. Dunque nessuno strangolamento, né il ragazzino è stato picchiato, né sbattuto contro un muro o altre amenità del genere. Nessuna scena da Far West con i passanti, nessuno dei quali è stato minimamente toccato. Anzi, è accaduto che al rientro presso la propria abitazione il mio assistito è stato fatto oggetto di un tentativo di linciaggio con pesanti minacce di morte da parte di un folto gruppo di persone, delle quali non è data conoscere fino ad oggi l’identità e che si sono fatte forza della massa. Qualcuno ha voluto ridurre la questione ad un banale scherzo: così non è. Infatti, la famiglia del mio assistito da circa tre anni per tutta la durata del periodo estivo è sottoposta a molestie e comportamenti che integrano uno stalking, in quanto sistematicamente ogni notte gruppi di ragazzini suonano il citofono dell’abitazione del predetto e dei suoi anziani genitori, uno dei quali, il padre, è invalido al 100% e allettato con gravi problemi di salute. Di tutto ciò, sono state sempre informate le forze dell’ordine, che purtroppo non sono riuscite a porre rimedio a tale drammatico inconveniente. Ciò detto, non è comunque scusabile e riconducibile a uno scherzo l’andare a suonare nottetempo i citofoni delle case; all’età del bimbo altre dovrebbero essere le occupazioni e i passatempi e soprattutto altri dovrebbero essere gli insegnamenti dei genitori, i quali non possono e non devono mancare ai propri doveri di vigilanza e di controllo sugli stessi”.