Taormina. In Sicilia ogni anno nascono circa 400 neonati cardiopatici, 130 dei quali richiedono una diagnosi tempestiva e una terapia mirata. Il miglioramento dell’assistenza dei neonati ad elevato rischio aumenterebbe senz’altro il tasso di sopravvivenza di questi nascituri, contribuendo quindi alla riduzione del tasso di mortalità neonatale a livello regionale. Le cardiopatie congenite, in particolare, hanno un’incidenza nella popolazione dell’8 per mille e il 30 per cento sono “critiche”, cioè hanno bisogno di un trattamento urgente, chirurgico o emodinamico interventistico. Ecco perché fare sistema diventa fondamentale, proprio per garantire una diagnosi tempestiva, una terapia mirata caso per caso a tutto vantaggio del piccolo paziente. Con l’obiettivo di stabilire insieme le modalità necessarie a garantire al bambino cardiopatico un percorso cardiologico e cardochirurgico preciso, coordinare interventi, protocolli e attività assistenziali della rete cardiopediatrica siciliana, gli specialisti del Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo-Bambino Gesù di Taormina, centro di III livello, hanno incontrato primari neonatologi, pediatri, anestesisti e cardiologi della Sicilia e rappresentanti delle istituzioni che si occupano di cardiologia pediatrica. A fare gli onori di casa sono stati Giacomo Pongiglione, direttore del CCPM e Mario La Rosa, direttore del Dipartimento materno infantile del Policlinico universitario di Catania. “La qualità non è mai garantita da un singolo centro – ha affermato Pongiglione aprendo l’incontro – ma è sempre un problema di sistema, di integrazione tra coloro che inviano i pazienti nei centri specializzati, coloro che li ricevono e quindi restituiscono i pazienti ai medici di base e ai pediatri. Per questo la rete cardiopediatrica siciliana è essenziale perché tutto funzioni al meglio”. ”Facendo rete noi abbiamo la possibilità di scambiare informazioni e di creare maggiori punti di riferimento per il paziente –ha sottolineato La Rosa – oggi la collaborazione che stiamo creando con il Bambino Gesù di Taormina è importantissima, perché il Bambino Gesù ha esperienza in fatto di rete cardiopediatrica a cui noi possiamo agganciarci”. “Andare verso il miglioramento della qualità delle cure – ha affermato Massimiliano Raponi, direttore sanitario del Bambino Gesù – significa mettere al centro della nostra attività il paziente e la sua famiglia, e per questo dobbiamo fare in modo che le procedure siano condivise da tutti coloro che sono deputati a questa assistenza, medici e infermieri in particolare”. Tra gli aspetti della cardiologia pediatrica di cui si è parlato nel corso dell’incontro, anche la diagnosi prenatale, importantissima per consentire che il neonato abbia cure tempestive alla nascita. Ciò è possibile grazie anche all’ecocardiofetale, un esame diagnostico che si esegue sul feto all’interno dell’utero tra la ventesima e la ventiduesima settimana di gestazione, nel caso in cui sia ravvisato un rischio di malformazione, che determina la gravità dell’eventuale patologia, in modo da fornire ai genitori quante più informazioni possibili in base alle quali pianificare anche il parto. “Insieme agli altri colleghi pianificheremo successivi incontri – ha assicurato il direttore del CCPM – per contribuire a far operare sempre meglio la rete cardiopediatrica siciliana”.