Quando una manifestazione raggiunge i dieci anni di vita diventa qualcosa di più di un appuntamento. Gli Oscar del calcio siciliano hanno festeggiato lunedì sera a Vittoria la loro decima edizione. Quando una squadra vince il suo scudetto numero dieci sulla maglia, accanto al tricolore, spunta una stella. Claudio La Mattina e Fabio Prelati, i due appassionati organizzatori, dieci anni fa non immaginavano certo che gli Oscar sarebbero diventati la festa del calcio siciliano. Sì, perché la notte della stella a Vittoria non è soltanto una premiazione. Ci sono i vincitori che salgono sul palco, a ricevere la statuetta, ma c’è soprattutto un pubblico che non vuol mancare ad un appuntamento che è ormai diventato una tradizione. È l’occasione di riabbracciare vecchi amici, ritrovare compagni di percorso, rivivere storie di calcio vissute sui campi della Sicilia. Operazione nostalgia? No, ma il piacere di rivedersi dopo tanti anni e scoprire che quelle esperienze sportive e di vita hanno lasciato qualcosa. È stato bello per me riabbracciare Pasquale Borsellino, ora osservatore del Palermo. Il ricordo è quello di un ragazzo di 17 anni (era il 1973) che arrivava da Ribera per sfondare nel calcio. Fu una piccola svolta nella politica del Palermo che finalmente si accorgeva che in Sicilia c’era qualche giovane interessante. E con Pasquale ecco in rosanero Totò Vullo da Favara e Gaetano Longo da Taormina. È stato un piacere ritrovare a Vittoria Luigi Ferro, uno di quei giocatori settentrionali che hanno scelto di restare in Sicilia, emigrati al contrario di un calcio lontano dalle grandi platee. Ferro aveva i capelli biondi a caschetto con i riccioli, è stato il centravanti della Rappresentativa siciliana dilettanti che nel 1972 ha conquistato il titolo italiano a Terni. Giocava col 9, ma era una mezzala. Fu una mossa vincente di quella selezione che seguivo per il Giornale di Sicilia. Quando rivedi Angelo Busetta hai la sensazione che il tempo si sia fermato. Lo conosco dal 1968, quando ho cominciato a scrivere per il Giornale di Sicilia. Prima giocatore, poi allenatore con la stessa serietà che spesso lo faceva passare per musone. E quando sono diventato responsabile dell’edizione siciliana della Gazzetta dello Sport ho continuato ad occuparmi di Busetta. Sempre lo stesso. Mi ha fatto piacere consegnare l’oscar a Vito Schembari, capo del calcio della Gazzetta, dove è arrivato nel 1998. Si è meritato la qualifica di caporedattore lavorando con serietà, tenacia. Da siciliano emigrato seguivo da Roma la carriera di Vito a Milano, facendo “il tifo” per lui convinto che sarebbe presto arrivato in alto. Ci sono stati i premi, la diretta tv, la serata di gala, ma la notte degli Oscar di Vittoria è un piccolo atto di amore verso il calcio, i suoi protagonisti, quelli che ci credono e si emozionano ancora.
Giuseppe Bagnati
Giuseppe Bagnati è nato a Palermo il 18 luglio 1950. Giornalista, ha lavorato al Giornale di Sicilia, a Telegiornale di Sicilia, a Il Mattino. E’ stato vicecaporedattore della redazione romana de La Gazzetta dello Sport. Quest’anno, insieme a Gaetano Sconzo, ha pubblicato il libro-capolavoro: “Il primo capitano. Francesco Calì e la Nazionale”. In passato, aveva scritto due volumi con Vito Maggio e Vincenzo Prestigiacomo: “Il Palermo, una storia di cento anni” e “Il Palermo racconta. Storie confessioni e leggende rosanero”. Giuseppe Bagnati è considerato uno dei più grandi giornalisti sportivi italiani.
La decima edizione dell’Oscar del calcio siciliano ha avuto luogo lunedì 6 dicembre a Vittoria. La manifestazione è stata presentata con la solita maestria da Umberto Teghini (giornalista di Antenna Sicilia), coadiuvato da Ornella Desireè Bellia, Diletta Leotta e Diletta Amenta. In apertura di serata c’è stato il premio alla carriera di calciatore a Stefano Borgonovo (consegnato dagli organizzatori della kermesse lo scorso 19 gennaio a Giussano). Tra i premiati, lunedì sera a Vittoria, c’erano grandi personaggi come Roberto Bettega (ex bandiera della Juventus e della Nazionale), Vito Schembari (caporedattore della Gazzetta dello Sport), Irma D’Alessandro (giornalista sportiva di Mediaset), Italo Cucci (opinionista della Rai) e Valentina Ballarini (la Signora della Serie B su Sportitalia). Oscar anche al giardinese Mario Tamà, “da oltre 30 anni componente della grande famiglia della Lega nazionale dilettanti della Figc – si legge nella motivazione – da 20 anni ct regionale e dal 2004 consigliere dello stesso Comitato, punto di riferimento costante per dirigenti e calciatori. Uomo di grandi qualità umane e sportive, ha portato il calcio dilettantistico siciliano ai vertici del calcio nazionale, inculcando nei propri giocatori i valori dell’appartenenza alla maglia, il rispetto delle regole e soprattutto l’educazione e il rispetto dell’avversario. Dirigente federale stimato da tutti, un grande professionista, un grande maestro e un profondo conoscitore del calcio siciliano”.