Giardini. Sembra essere di nuovo sceso il coprifuoco a Giardini dopo le due pallottole “sparate”, che hanno avviato la battaglia per le amministrative di primavera. Sebastiano Cavallaro e Carmelo Giovanni Leonardi sono a tutt’oggi gli unici due candidati ufficiali anche se sembra ormai prossima l’ufficializzazione della ricandidatura dell’attuale sindaco Nello Lo Turco. Sugli altri fronti, invece, tutto tace, almeno alla luce del sole, poiché pare si registri un alacre lavoro di trincea. In questi giorni si stanno susseguendo vari incontri tra le aggregazioni, ufficiali e non, che intendono partecipare a vario titolo alla competizione politica, attendendo sempre la mossa del nemico. Un certo avvicinamento ci sarebbe stato anche tra i due candidati a sindaco, Cavallaro e Leonardi, per cercare un punto di incontro, ma in questo caso è chiaro che uno dei due dovrebbe fare un passo indietro. Proprio a questo proposito, lo stesso Cavallaro ha asserito che il metodo delle primarie annunciato in un primo tempo non è stato assolutamente bypassato poiché qualora qualche altro gruppo politico che intende convergere nell’aggregazione avesse un nome da proporre tutto potrebbe essere rimesso in discussione. Seppure figura tra i promotori della coalizione “Uniti per Giardini Naxos”, Salvatore Muscolino, con il suo seguito di simpatizzanti, resta a guardare e non si sbilancia. Il nome di Cavallaro gli sta bene, ma non bisogna arenarsi. “L’obiettivo deve essere quello di aggregare più realtà possibile e di sintetizzare la competizione in un massimo di due candidati senza sperperare risorse”, ha commentato Muscolino non precludendo o escludendo nulla a priori. Resta ferma la posizione del Pd che, per nome del suo coordinatore Maurizio Micari, sbarra la strada a coloro i quali provengono dall’Amministrazione Lo Turco, anche se, secondo voci di piazza, una frangia degli stessi punterebbe sull’attuale vicesindaco Agatino Bosco, che comunque non si è ancora esposto. “Se ciò fosse vero – dice Micari – sarebbe a titolo esclusivamente personale e non per conto del partito”.
Francesca Gullotta