Taormina. “Scrivete la vostra vita!”. E’ stato questo il messaggio che monsignor Antonino Raspanti, vescovo della Diocesi di Acireale e amministratore apostolico della diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, ha lasciato ai giovani che hanno accolto l’invito a radunarsi, ancora una volta, per vivere insieme una giornata di ritiro per adolescenti e giovani in preparazione al Natale. Oltre 700 ragazzi sono arrivati a Taormina: ad accoglierli in Cattedrale c’era l’equipe del Servizio di Pastorale giovanile, guidata da Padre Dario Mostaccio, che con grande impegno ed entusiasmo, ogni anno, educa alla gioia, alla speranza, alla fede. “Le strade della nostra città, piene ogni giorno di residenti e visitatori – ha spiegato il parroco di Taormina, Padre Carmelo Lupò – sono state invase da coloro che sono il presente e il futuro della nostra Chiesa”. “Non fatevi rubare i doni che Dio ha messo nella vostra vita – ha detto monsignor Nino Raspanti ai giovani – l’avvento è il tempo dell’attesa, della vigilanza, è il tempo di costruire, ma attenzione a come costruite. Le montagne della superbia in voi, che siete ancora giovani, non sono alte, possono essere appianate. E’ Dio che operando la sua Misericordia costruisce in noi i suoi sentieri, nel nostro cuore. Non mettetegli davanti ostacoli, prestate attenzione alle cose vere e non alle illusioni. A volte l’ostacolo più grande tra noi e Dio è la paura, abbiamo paura di tante cose, ma la paura non viene da Dio, siamo noi che ci costruiamo dei mostri, dei fantasmi che ci tengono fermi, che non ci fanno costruire. Come nei romanzi ci sono fantasmi, mostri, e poi c’è sempre qualcosa che fa attraversare il buio, che fa vincere le paure dei protagonisti. E’ il Vangelo la nostra pietra magica. Invito voi giovani a leggere ogni giorno tre righe di Vangelo. Gesù non vuole che ci blocchiamo ma che realizziamo i nostri progetti accompagnati sempre dal Vangelo, Egli è sempre lì che ci aspetta e ci chiede di entrare, non forza la porta, sono io che gli dico di entrare. Siate sentinelle contro i falsi valori e i miti che al giorno d’oggi sono costituiti dallo sballo, sotto qualsiasi forma esso sia, la droga, l’alcool, la velocità, l’odio; tutte cose che ci danno l’illusione di stare meglio ma che contemporaneamente ci rendono schiavi portandoci alla disfatta più totale; la vostra vita è troppo preziosa, è un dono, da vivere qui nel presente e questo futuro quindi cos’altro aspettiamo? Viviamo. Il messaggio che Luigi Cotichella, attraverso una performance divertente ha sottolineato come spesso sono vittime della ricerca di qualcosa che faccia star bene, un bene illusorio e momentaneo. Così , ancora una volta, abbiamo cercato per un giorno di sballarci di Cristo Gesù, attraverso momenti di animazione tra balletti e risate per poi entrare nel vivo della catechesi con la proclamazione del Vangelo di Luca che racconta l’episodio di Gesù dodicenne nel tempio. Un Gesù che, come noi, ha vissuto l’adolescenza, ha conosciuto la trasformazione per uscire dalla famiglia e diventare adulto Gesù esce perché ha un progetto, si allontana da casa ma a differenza nostra, lo fa per costruire, per andare incontro all’uomo che soffre, per trasformare il nostro cuore di pietra in un muscolo talmente potente da far tacere le bombe. Chiediamoci cosa noi facciamo fuori dalle nostre case, ma allo stesso tempo, cosa facciamo dentro di esse. Le nostre case devono diventare botteghe di misericordia ed uscendo da esse verso la quotidianità, allagare le nostre città di tale misericordia. Basta spalare fango, spaliamo amore. Il vangelo racconta che Gesù si perde nel tempio, Maria e Giuseppe hanno perso Gesù. E io, oggi, alla mia età, ho perso Gesù? Quanto Gesù è presente nelle scelte che faccio? Egli ci chiede di stare attenti. Gesù non cresceva solo in età, cresceva in sapienza per dare sapore, dare gusto alla propria vita, sceglie ciò che è bene, pensa con la sua testa. Gesù cresce in grazia, con la vicinanza di Dio. “Rimettiamo nel cuore Dio, cos’altro aspettiamo? Non perdiamo più tempo, non aspettiamo, armiamoci di quella penna ad inchiostro indelebile e partiamo per scrivere la nostra vita!”.