Taormina. “Il 118 siciliano un modello per l’intero Paese, un giudizio che ci è stato riconosciuto da più parti a conferma della bontà del lavoro svolto in questi ultimi anni: un risultato ottenuto grazie a una nuova metodologia di lavoro che prevede il rispetto delle regole, la trasparenza, la conoscenza, la programmazione e l’innovazione”. L’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, ha chiuso a Taormina, alla Fondazione “Mazzullo”, nel Palazzo Duchi di Santo Stefano, il convegno, organizzato dal Sindacato medici italiani, sul tema “Il 118 in Sicilia: un modello per l’Italia”, aperto da Salvatore Valore, segretario regionale dello Smi e concluso dal segretario nazionale Salvo Calì che ha parlato della “necessità di qualificare ulteriormente il servizio attraverso la formazione universitaria specialistica e l’utilizzo di personale medico dedicato”. Nelle conclusioni di Massimo Russo, risposte sul futuro del 118. “Non possiamo dimenticare – ha detto l’assessore – da dove siamo partiti e che cosa abbiamo ereditato. Con la legge di riforma del sistema sanitario abbiamo delineato anche la fisionomia del nuovo 118. Bisognava riportare a sistema tante componenti frammentate e lo abbiamo fatto con un apposito servizio in assessorato, con l’analisi dei fabbisogni, le linee guida e un vero e proprio piano industriale: insomma, una rivoluzione, anche culturale. Certo, abbiamo ancora molta strada da fare in un’ottica di razionalità e di efficienza. L’obiettivo è quello di realizzare nei prossimi due anni un sistema in cui tutto ruoti attorno alla Seus, a cui fanno capo elicotteri, sedi operative e personale”. Secondo Russo “anche l’aspetto formativo dovrà prima o poi fare capo alla società (che è interamente a capitale pubblico, essendo gestita per il 51% dalla Regione siciliana e per il restante 49% dalle aziende del sistema sanitario) attraverso l’istituzione di master biennali di secondo livello in sinergia con gli atenei siciliani. Entro ottobre, oltretutto, daremo vita in Sicilia a un centro di simulazione che si candida a essere centro di formazione per il Mezzogiorno e il Mediterraneo”. I medici convenzionati e gli infermieri, poi, ha detto Russo “dovranno essere strutturati all’interno del nuovo modello di emergenza urgenza e stiamo lavorando anche per valorizzare il volontariato che è una componente importante del sistema”. Nel corso dell’incontro i relatori avevano affrontato diversi temi. Rosalba Muratori, presidente regionale dello Smi, aveva parlato della necessità di aggiornamenti obbligatori e continui, ed Enzo Picciolo, responsabile regionale Emergenza del sindacato, aveva fatto il punto sulla situazione del 118 in Sicilia spiegando che il modello già in funzione a Messina è stato ottenuto applicando rigorosamente le linee guida dell’assessorato regionale. Gina Mollica, poi, direttore del Dipartimento cure primarie dell’Asp 5 di Messina, la creatrice del modello Messina aveva sottolineato come il prossimo passo sia quello di integrare il 118 al resto del sistema sanitario territoriale. Anche Dino Alagna, dirigente dell’assessorato regionale della Salute, aveva sottolineato come il sistema emergenza-urgenza rappresenti un ponte tra territorio e ospedale, affermando che il suo potenziamento è imprescindibile per ristrutturare anche le altre reti. Una visione nazionale del 118 era stata poi offerta da Mirella Triozzi e Fabiola Fini entrambe responsabili nazionali Emergenza della Smi. La prima ha insistito sull’integrazione e sulla necessità di far comunicare i diversi comparti della sanità del territorio con l’ospedale, la seconda ha posto l’accento sia sul “balletto dei numeri”, evidenziando le criticità rilevate dal sindacato, sia sulla formazione. Quest’argomento è stato approfondito da Francesco Basile, preside della Facoltà Medicina dell’Università etnea, il quale ha presentato il master su Management sanitario e gestionale delle emergenze mediche territoriali creato in comunione tra gli atenei di Palermo, Messina e Catania. Il master partirà nell’anno accademico 2012-2013 e avrà per sede Catania. L’on. Giuseppe Laccoto, presidente della commissione Sanità dell’Ars, ha parlato del futuro dei medici del 118 “perché crediamo – ha detto – nel modello che prevede medici dedicati, è ipotizzabile, con i limiti previsti dalle norme nazionali, un percorso legislativo per consentire il passaggio alla dipendenza”. L’on. Giuseppe Palumbo, presidente della Commissione Affari sociali della Camera, ha infine parlato del sistema di emergenza-urgenza da medico e da utente, raccontando la sua personale esperienza dopo un incidente di sci: “Se il 118 funziona bene – ha detto – la spesa sanitaria successiva è minore”. Tra gli altri interventi quelli del sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua, del presidente dell’Ordine dei medici di Messina, Giacomo Caudo, e del direttore generale dell’Asp 5 di Messina, Salvatore Giuffrida