Dal consigliere comunale di maggioranza di Taormina, Tino Bambara, riceviamo e pubblichiamo:
“Sabato 3 ottobre 2009, l’Amministrazione comunale del sindaco Mauro Passalacqua, diversi consiglieri (tra cui Bambara, Benigni, Raneri, Cilona e Ardito) e alcuni esponenti delle forze attive della città (presidenti di associazioni, albergatori e imprenditori) hanno ricevuto nell’aula consiliare del Palazzo dei Giurati il presidente del Casinò di Sanremo, Donato Di Ponziano. Quest’ultimo ha dato seguito alla visita che la nostra Amministrazione comunale, con il consigliere Sferra, aveva effettuato tempo addietro presso la città ligure. Di Ponziano ha illustrato ai presenti l’utilità di una possibile collaborazione tra la città di Taormina e la città di Sanremo, per quanto riguarda il gioco sui tavoli verdi in futuro e l’immediata apertura di un sito che possa ospitare le new slot, giochi che gravitano attorno ai casinò. Quel che è certo, è che con un casinò a Taormina, l’Amministrazione comunale desidera soprattutto aumentare l’occupazione dei cittadini taorminesi, dare lustro e ricchezza alla città e di conseguenza incrementarne i flussi turistici. Il presidente del Casinò di Sanremo, prima di rispondere alle richieste di quali siano i costi che la città di Taormina andrebbe ad affrontare, ha sostenuto che sarebbe opportuno capire quali e dove siano i locali da adibire a tale scopo, anche perchè, la legge, permette di installare una macchinetta per ogni cinque mq dei locali. Tra i dati snocciolati dal presidente del Casinò di Sanremo, ci sono anche i costi elevati delle slot, che possono raggiungere anche i 25.000 euro. Il presidente Di Ponziano ha sostenuto anche che tale attività permette al Comune di Sanremo un introito annuo di circa 70 milioni di euro. Il presidente del Civico consesso di Taormina, Eugenio Raneri, ha ricordato che qualche mese addietro, il Consiglio comunale ha stabilito un punto fisso su questa situazione, con un atto di indirizzo, votando un sì deciso sul volere dell’Amministrazione alla possibilità di chiedere ed ottenere il Casinò di Taormina. La classe politica dell’epoca fece poco per mantenere quel privilegio e tutto ciò ha contribuito alla chiusura della nostra casa da gioco”.