Giardini. Ritorna in scena, dopo due anni di assenza dal palcoscenico, il Gymnasium Teatro di Taormina con l’opera dal titolo: “Grisù, Giuseppe e Maria”, due atti comici di Gianni Clementi con la regia di Gianni Crimi. Il noto attore e regista giardinese, assente dalle scene da due anni, era atteso con simpatia e affetto dai numerosi appassionati di teatro del comprensorio. Assieme a Gianni Crimi faranno parte del cast: Marialuisa Sterrantino, Antonio Palermo, Alfredo Battello e Virginia Vadalà. “Con quest’opera – ha spiegato Crimi – abbiamo voluto rendere omaggio, nel 60° anniversario della sciagura di Marcinelle in Belgio avvenuta l’8 agosto del 1956, alle tante vittime, molte delle quali siciliane, uomini sacrificati da un particolare trattato tra il Belgio e l’Italia nell’immediato Dopoguerra. A seguito di quell’accordo più di 60.000 furono inviati in Belgio, reclutandone anche in buona parte dalla Sicilia, a lavorare nelle miniere in condizioni inumane con l’assenza totale di norme di sicurezza, provocando numerosi incidenti. La commedia apre una finestra su un’Italia povera, molto diversa di quella odierna, appassionata e passionale, dove i sogni erano spesso legati alla genuinità, alla passione e al sacrificio, dove gli uomini andavano a lavorare all’estero, nel caso specifico nella miniera di carbone di Marcinelle in Belgio, e le donne rimanevano in paese a crescere i figli con immensi sacrifici, cercando di costruire un futuro migliore. Nonostante la vena comica e farsesca la commedia presenta un’attenzione non indifferente ai valori della famiglia, dell’educazione, dei rapporti interpersonali e a particolari temi sociali quali l’immigrazione, la povertà, il lavoro e l’analfabetismo; tipica realtà dell’Italia all’indomani del secondo Dopoguerra, focalizzata da Gianni Clementi con maestria ed estrema delicatezza, per questo, nel riadattamento, abbiamo cercato di trattare la commedia rimanendo fedele al testo e con il rispetto che le si deve, senza forzature o alla ricerca ossessiva delle battute strappa-risate, cercando di valorizzarne nel contempo l’essenza dei fatti e le caratteristiche di ogni singolo personaggio. Ambientata negli Anni ’50, la vicenda si svolge in una sagrestia di un non identificato paesino siciliano della provincia di Messina. Protagonista il parroco del paese don Gino, suo malgrado costretto a salvare l’onore di due famiglie che, in un piccolo paese dell’epoca, non era cosa da poco. In particolare si troverà a dover trovare soluzioni ai guai di due sorelle: Rosa, moglie di Antonio minatore emigrato in Belgio a Marcinelle, e Filumena, che nel paese tutti conoscono come donna riservata, seria e illibata. Alla loro storia si intreccia quella di altri personaggi, tra i quali il fedifrago farmacista del paese don Eduardo e il bizzarro sagrestano Vincenzo, vera e propria croce del povero don Gino, il quale, fra le altre cose, è impegnato in modo ossessivo dal fatto che lo strampalato sagrestano canta perfettamente Ciuri, ciuri ma non riesce ad imparare l’Alleluia. Il ricavato verrà interamente devoluto all’Unicef e all’Associazione Pro Disabili Mani Unite di Taormina”.