Dopo aver sbancato con la saga fantasy più fortunata degli ultimi vent’anni, ben sette libri che descrivono le avventure del “maghetto” più amato al mondo e dei suoi migliori amici, parliamo chiaramente di Harry Potter, la Rowling decide di cambiare genere e scrive un romanzo dal sapore dickensiano: “Il seggio vacante”. La storia è ambientata in una tipica cittadina inglese, Pagford, che a prima vista sembrerebbe un ridente villaggio incastonato nella verde campagna anglosassone ma, di fatto, è una cittadina aggrovigliata in rancori, invidie e tradimenti. Tutto si scatena con la morte di Barry Fairbrother, un consigliere dell’organo amministrativo della città, che da qualche tempo si batte per il recupero di un’area socialmente disagiata (tossicodipendenza, razzismo, bullismo scolastico), scatenando non poche polemiche e dividendo i cittadini di Pagford in accaniti sostenitori e acerrimi contrari del progetto. Durante la campagna elettorale, infatti, per ricoprire il seggio vacante si scatena poi una lotta di tutti contro tutti. Il ruolo di consigliere fa gola ai giovani che combattono la vecchia rispettabile e ipocrita Inghilterra che a sua volta non vuole cedere alla sfrontatezza e irruenza di adolescenti cresciuti in un quartiere popolare (Fields). In questa lotta aspra s’innescano le donne, infermiere, psicologhe, benestanti e non, ma sicuramente più composite tra di loro e nettamente contrapposte agli uomini adulti, che sono descritti dall’autrice come violenti e corrotti. Tra i molteplice personaggi ne emergono alcuni, come, Andrew, studente della Winterdown, che odia il padre all’inverosimile; zia Petunia e zio Vernon, il professor Piton e la sua triste famiglia, i Malfoy ipocriti all’inverosimile e i Dursley invece perbenisti sino alla nausea e poi il primo ministro Caramel, prototipo di molti, troppi politici privi di qualsiasi qualità. “Il seggio vacante” è il quadro di una società che può essere adattata a qualsiasi altra cittadina di qualsiasi altra nazione e in tal senso ci fa riflettere su come la fama di potere, successo e denaro abbia occupato ormai il posto di valori come l’onestà, la solidarietà, il senso di giustizia sociale. La Rowling si sofferma a narrare soprattutto i conflitti tra le generazioni, le classi sociali, e le incomprensioni tra i due sessi con un realismo tipico della migliore scuola letteraria inglese e con una totale mancanza di speranza in un eventuale superamento. Il romanzo anche se appare per certi versi prolisso (ben 560 pagine che a volte in alcune parti rallentano di tanto la lettura) è ben narrato e ci mostra uno spaccato reale molto attuale.
Milena Privitera