Leggo per legittima difesa (Woody Allen).
Giorgio Faletti ha esordito con grande successo nel mondo della narrativa con “Io Uccido” (2002), che solo in Italia ha venduto più di quattro milioni di copie ed è stato tradotto in tutte le lingue principali del mondo. Il suo straordinario successo editoriale è confermato da altri suoi romanzi: “Niente di vero tranne gli occhi” (2004), “Fuori da un evidente destino” (2006) e soprattutto da “Io sono Dio” (2009), un vero e proprio caso letterario. Conosciuto ormai come uno dei migliori scrittori di “noir” dei nostri tempi, Faletti ritorna in libreria e nelle classifiche dei libri più venduti nel 2010 con “Appunti di un venditore di donne”, romanzo che per suspense inchioda il lettore sino all’ultima pagina. L’autore ci riporta in un’Italia che vive giorni drammatici (1978): a Roma le Brigate Rosse hanno sequestrato Aldo Moro, in Sicilia i boss mafiosi come Gaetano Badalamenti spengono ogni tentativo di resistenza civile, a Milano le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione con continui scontri politici e sociali, mentre i divertimenti si fanno sempre più estremi e sono il preludio di quel clima da “dolcevita” che caratterizzerà la “Milano da bere” degli Anni Ottanta. Francesco Marcona, conosciuto con il soprannome di Bravo, reso cinico da una menomazione – evirato in Sicilia dove lui è nato, per uno “sgarbo” a un mafioso – vende donne bellissime a uomini ricchi e potenti dove ormai si è trasferito con una nuova identità, Milano (sigh sigh). La sua vita trascorre tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine, cabaret – dove cresce una nuova generazione di comici – in compagnia di disperati e balordi come l’amico Daytona, il poliziotto, doppiogiochista, Stefano Milla e il criminale Tano Casale. L’unico essere umano con cui Bravo pare avere un rapporto umano è il suo vicino Lucio, non vedente e noto chitarrista in un locale alla moda l’”Ascot”. I due condividono la passione per i crittogrammi ed ad un certo punto del romanzo anche l’amore per la stessa donna, Carla Bonelli. Carla risveglia in Bravo sensazioni dolorose che lui credeva aver rimosso per sempre. Sempre Carla però lo mette in una serie di guai che lo trasformano in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita, dai brigatisti rossi e dai Servizi Segreti deviati. Per superare questo incubo Bravo può e deve contare solo sulle sue capacità e riscoprire le sue radici. Lui, siciliano figlio di un noto politico, vero nome Amedeo Sangiorgi, è coinvolto in qualcosa di veramente grosso, che al lettore può sembrare occulto, ma che in realtà ci riporta alla cronaca di una storia italiana fatta di stragi, misteri e casi irrisolti. L’ultima “fatica” di Faletti è piacevole, scorrevole, con una trama incalzante ed emozionante, condita un pò troppo da parolacce e volgarità. Resta impressa nella mente del vorace lettore la frase, che in molte occasioni ripete il protagonista: “Nel momento che il caos e il caso non dormono mai e che la regola è quella di sempre. Puoi provare a decidere cosa fare della tua vita, ma sovente è la vita che decide cosa fare di te”.
Milena Privitera