Un libro deve essere con un’arma che possa rompere i mari ghiacciati dentro di noi (Franz Kafka)
L’ultimo romanzo di Fabio Volo, “Il tempo che vorrei”, forse il più bello dell’autore, è appunto la ricerca del tempo che Lorenzo, il protagonista, ha perduto, sprecato, mancato ed attraverso la scrittura cerca di riavere, trovare, riscattare. Il tempo che Lorenzo vorrebbe è legato al rapporto con il padre, a cui non è riuscito mai a dire ti “voglio bene” e da cui non ha mai avuto una parola di conforto ed il tempo legato al rapporto con Federica, suo unico grande amore, ma a cui il personaggio non è riuscito a dire “ti amo” a tal punto da avere un figlio con lei. Il romanzo tra flashback e flashforward, non segue il tempo inteso come kronos ma inteso come kairos, passando dalla fanciullezza all’adolescenza e alla maturità del protagonista senza una narrazione temporale cronologica ma con un unico filo conduttore riappropriarsi al più presto di ciò che si è perduto per superficialità, negligenza, mancanza di coraggio, timidezza o solamente perché il tempo inesorabile sfugge, toglie. Lorenzo con un grande sforzo, l’aiuto della madre, di Giulia e Nicola, i suoi unici amici, riesce, durante la malattia del padre, a recuperare il rapporto con lui. Un rapporto fatto ancora da lunghi silenzi ma dove i rancori sono stati cancellati in un trovarsi o meglio ritrovarsi nei piccoli gesti quotidiani: accompagnare il padre dal medico, regalargli un maglione, condividere l’amore per le piante. Con Federica, il finale è ben altro, Lorenzo ce la mette tutta per tornare insieme con lei: la pedina, le telefona in continuazione, le offre il gelato nel “loro” bar, le dichiara il suo amore, la vuole sposare ed avere quel figlio tanto desiderato, d’altronde di lei gli manca ogni cosa, ma è troppo tardi, Federica si sposerà entro un mese con un altro. Questi due diversi finali avvicinano Volo al lettore, che spesso si ritrova nei pensieri, negli eventi, nei rimorsi del protagonista in una vita che non vivi se non sei consapevole di viverla e non sai come vuoi viverla. “Il tempo che vorrei” è anche la storia di una famiglia italiana, come tante, che cerca senza mai riuscirci ad arrivare alla fine del mese: figlio unico di una madre impeccabile e di un padre preso dal lavoro e dai conti da far quadrare, a 13 anni, Lorenzo, smette di andare a scuola per incominciare a lavorare nel bar di famiglia, subendo una serie di umiliazioni quotidiane da parte di amici, istituzioni, conoscenti e parenti della prima fidanzata. L’unico che gli è amico è Riccardo, giovane vicino di casa, che gli insegna l’amore per la lettura e per la musica, facendogli scoprire nuovi mondi e infondendogli il coraggio di cambiare lavoro. La vita è strana, Lorenzo andrà a lavorare per una ditta di recupero crediti trovandosi davanti a storie molto simili a quelle che lui e la sua famiglia hanno vissuto. Un giorno, nella palestra che lui frequenta, incontra Enrico, un pubblicitario, che gli offre un lavoro ed è da qui che parte la vera ascesa di Lorenzo che presto diverrà un noto “copywriter”. Con il riscatto sociale ed economico comincia il suo cammino interiore, un percorso fatto di gioie e dolori come la vita, la vita di tutti noi.
Milena Privitera
Bellissimo libro, anche se il precedente: Un giorno in più lo preferisco!!!!!