“Ama scrivere e si serve delle parole per fermare gli istanti, per contrastare il tempo che passa e conservare quanti più ricordi possibili di una vita vagabonda”: a dichiararlo è Sara Faro, che parla del libro di Cristina Amato, dal titolo: “Ogni tanto mi tolgo gli occhiali”. “Sì – continua Sara Faro – perché la sua vita oltre che da una passione innata per la scrittura, è sempre stata caratterizzata dal viaggio per via degli impegni lavorativi del padre, funzionario del ministero Affari Esteri. Lei è Cristina Amato, trentenne catanese con una laurea in Lettere e Scienze Umane e una tesi in letteratura contemporanea spagnola, conseguita a Neuchatel in Svizzera, uno dei tanti luoghi in cui le sue esperienze personali l’hanno portata. Blogger, copywriter e autrice del libro Ogni tanto mi tolgo gli occhiali, opera prima edita dalla Inkwell. Un libro nato un anno fa quasi per caso, al pari del blog Fogli Sparsi che rappresenta un po’ il contenitore virtuale di quest’ultimo, un cassetto all’interno del quale attimi, pensieri, emozioni, rimpianti si sviluppano in fogli sparsi con una naturalezza tale da portare il lettore a una piena immedesimazione. Il libro si articola in 12 capitoli, la protagonista Alice è alla ricerca dell’amore più grande: quello nei confronti di se stessi, viaggia fisicamente e spiritualmente attraverso parole come consapevolezza, fine, ricordi, futuro e lo fa sempre con un’incredibile voglia di continuare a sognare. Compagni di viaggio, l’inseparabile Tita, un buffo Bianconiglio che turba i suoi sogni e uno psicoterapeuta greco davvero singolare. Un racconto in gran parte autobiografico che passando per le vicende personali di una trentenne single, in lotta contro il tempo, trasmette i dubbi, le passioni, le paure di un’intera generazione che si affanna nella continua ricerca dell’anima gemella e nel tentativo di affrancarsi dalle ansie di un lavoro precario che finisce per contagiare gli stessi affetti. Lo stile è azzeccato, immediato, a tratti pungente ma pur sempre ironico e distante da una banale alienazione metropolitana. L’autrice infatti, pur soffermandosi sulle contraddizioni e asperità di una vita precaria, riesce a smarcare l’avversario come solo i grandi giocatori sanno fare. E lo fa con quella sottigliezza non esente da riflessioni sulle contraddizioni della vita, ma se non altro non relega alcun personaggio alla solitudine e costituisce uno spunto per un’intera generazione cui spesso mancano punti fermi e magari finisce per cercarli in illusioni passeggere che passano velocemente come un treno in continua corsa. Quello di Cristina Amato è un libro per chiunque abbia un mondo interiore che fa fatica a svelare spontaneamente, è un concentrato di emozioni, di desideri nascosti nei sotterranei dell’anima, privo di descrizioni banali e arricchito di dettagli che funzionano perché fanno da cornice ai personaggi. Una corsa contro il tempo della protagonista, in perenne conflitto tra nostalgie e certezze, in un momento storico in cui raggiungere obiettivi risulta un orizzonte sempre più lontano. Ma il libro racchiude anche un messaggio di speranza, un invito a seguire i propri sogni, perché un po’ tutti come Alice ogni tanto dovremmo provare a toglierci le scarpe e immaginare di camminare tra le nuvole dell’inaspettato”.