S. Teresa. L’Archeoclub area jonica e il Dipartimento di Storia del Liceo Classico “Enrico Trimarchi” di S. Teresa, nell’ambito della Settima giornata mondiale del libro, hanno organizzato una conferenza sul tema: “L’emigrazione siciliana transoceanica” presso il Palazzo della Cultura. I lavori sono stati aperti dal presidente della locale sezione, Domenico Costa, da Francesca Gullotta e dal sindaco di S. Teresa, Alberto Morabito, i quali hanno evidenziato l’importanza della riflessione culturale, quale strumento per la crescita umana e professionale dei giovani e del territorio. “Il Liceo classico – spiega il dirigente Rosario Calabrese – da anni svolge un progetto di ricerca sull’emigrazione transoceanica nel primo e nel secondo Dopoguerra, partecipando a diverse mostre sull’evento non solo in Sicilia, ma anche negli Usa (Museo dell’emigrazione di Ellis Island di New York) e proponendo interessanti pubblicazioni. Relatori, oltre a Lorena Restifo (ex alunna), sono stati gli alunni della classe 3 B, che hanno presentato il loro progetto di ricerca sull’emigrazione siciliana in Australia, con particolare attenzione alla storia della famiglia Ucchino, che lasciato Misserio nel 1928, si è stabilita permanentemente ad Home Hill, nel Queensland settentrionale, il corto da loro realizzato dal titolo Emigranti? No, grazie. I nostri motivi per restare. Questo cortometraggio, confrontando due epoche diverse tra loro, mette in evidenza il comune problema dell’emigrazione, fenomeno che, un tempo, riguardava per lo più gente semplice in cerca di fortuna e di riscatto sociale e che, oggi, interessa giovani istruiti, costretti ad andare via per assicurarsi un futuro lavorativo. In un quadro così delineato, l’esodo di massa del primo decennio del Novecento si spiega sia con le ragioni economiche di una povertà endemica delle diverse regioni d’Italia, sia con le pressioni esogene delle compagnie e degli agenti di navigazione e, soprattutto, con quella capillare diffusione della cultura migratoria, promotrice del benessere economico transoceanico. Negli ultimi decenni, invece, il nostro Sud è diventato sempre meno capace di trattenere il proprio capitale umano, privandosi di uno dei fattori chiave per la sua crescita socio-economica. La caratteristica peculiare delle ultime migrazioni è, infatti, la partenza di neo-laureati, diretti verso le grandi aree metropolitane del Centro Nord, come Roma, Milano e Bologna. E così se una volta era l’emigrato che sosteneva con le sue rimesse la famiglia, rimasta nel paese natìo, oggi è il contrario: i genitori continuano ad aiutare economicamente i figli fino al loro inserimento nel mondo del lavoro. Con questo lavoro gli studenti chiedono, a chi dirige le istituzioni, di dare risposte a tutti coloro, che dopo anni di studi o e di sacrificio, hanno il diritto di trovare un’occupazione per poter contribuire alla crescita sociale e materiale della loro regione, pur vivendo in una dimensione europea e globale”.