Taormina. E’ancora allarme “Punteruolo rosso” nella cittadina turistica. Gli esperti lo chiamano “Rhynchophorus ferrugineus”: è un coleottero dannoso per le piante di palma ed è stato scoperto, tempo addietro, anche nella “Perla dello Jonio”. Adesso l’Amministrazione attiva ha reiterato in tutta la città i cartelli che chiedono aiuto anche ai privati per impedire il diffondersi dell’insetto. In particolare si sta tentando di salvare la palma-simbolo di Porta Messina. Preoccupazione sulla sorte della pianta era stata espressa da parte di Nicola D’Arienzo e Piero Arrigo. Ma il competente assessorato al Verde, diretto da Italo Mennella, aveva già attenzionato il problema. L’insetto “killer” è originario dell’Asia meridionale e Melanesia. Sono stati segnalati, negli anni, gravi danni nei palmeti da dattero della penisola arabica. Nel 1994 l’insetto è comparso per la prima volta anche in Europa e precisamente in Spagna; dall’anno 2005 è segnalato, appunto, in Italia (Sicilia, Campania, Puglia, Lazio e Toscana). L’insetto vive all’interno della palma, dove compie interamente il suo ciclo vitale. La femmina depone circa 300 uova distribuite alla base delle giovani foglie o sulle ferite delle foglie o in cavità del tronco della palma. Le uova si trasformano in 2 o 5 giorni in piccole larve che bucano le palme, cibandosi dei tessuti delle stesse, eliminando tutto il materiale fibroso. Le larve si muovono verso l’interno della palma scavando tunnel e larghe cavità, si possono trovare in qualsiasi parte della palma, anche al colletto. Generalmente l’assassino delle palme non si sposta in una nuova pianta finché non ha completamente distrutto quella su cui vive. I danni sono causati dalle larve e sono visibili solo quando il coleottero ha colonizzato l’intera pianta, che al termine di questa invasione collassa. Una vita media di una palma è di circa 140 anni.
Mauro Romano