Taormina. “Da un punto di vista meramente aritmetico, sicuramente c’è stato un progresso rispetto alla passata stagione. A Taormina, quest’anno, abbiamo avuto tanto turismo non organizzato, che nasce direttamente dall’implementazione delle nuove tecnologie”: a dichiararlo è Carmelino Fichera, titolare di una importante società che si occupa di escursioni in Sicilia.
“Rispetto alle potenzialità della nostra città, con oltre 10 strutture alberghiere a 5 stelle, diversi ristoranti stellati e una industria dell’ospitalità molto all’avanguardia – prosegue Fichera – ci siamo ritrovati a confrontarci con un pubblico, con un target, assolutamente inappropriato. Purtroppo non ci siamo dotati delle dovute contromisure e al contrario abbiamo subìto una vera e propria invasione che ha portato criticità e situazioni drammatiche per il nostro comprensorio. La parte più importante dal punto di vista numerico è stata costituita da clientela italiana. Per quanto riguarda il turismo straniero, abbiamo assistito alla sopravvivenza di quei canali non organizzati, ma alla fine quasi totale di tutta quell’operatività già portata avanti dai grandi brand convenzionali del turismo mondiale, cioè da tutti quegli operatori del turismo organizzato che rispetto alla pandemia non sono arrivati in tempo a veicolare adeguatamente l’offerta turistica. Per cui tanta gente è venuta qui a Taormina in vacanza spontaneamente, organizzandosi i voli e altro e quindi bypassando i canali tradizionali”.
“Quest’anno – aggiunge Fichera – c’è stata la totale assenza di turisti provenienti dall’Inghilterra, dalla Russia e dagli Usa. Ci sono stati pochi visitatori provenienti da Paesi extraeuropei. Le problematiche legate alla pandemia rendevano difficile strutturare una offerta organizzata per questi mercati. Possiamo dire che Francia e Germania, con canali già ben collaudati nel B2C, sono riusciti a riproporre una loro richiesta verso la nostra destinazione, mentre altri mercati, come quello spagnolo, è un simbolo di come sia andata a modificare la struttura dell’offerta turistica, nel senso che fondamentalmente quasi tutta la clientela spagnola non arriva con tour operator, ma con canali individuati direttamente”.