Taormina. “Riscoperto il parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò quale sede di spettacoli estivi”: lo sostiene, con particolare soddisfazione, l’assessore al Verde pubblico, Italo Mennella, dopo il successo di pubblico del “Taormina Jazz Festival” che va in archivio confermando il rilancio in atto del giardino pubblico, che sta finalmente tornando agli allori del passato. Dopo un’azione costante di riqualificazione che si è tenuta negli ultimi mesi, adesso si è pensato anche a rendere viva nelle ore serali una delle aree tra le più fotografate dagli ospiti della città. “La rassegna – spiega Mennella – è stata voluta e organizzata dall’imprenditore Nino Scandurra, con il patrocinio e il supporto logistico del Comune di Taormina. Ben vengano imprenditori così illuminati. Con altri 10-15 imprenditori così, potremmo avviare tante altre iniziative”. Ed in effetti grazie anche alla collaborazione del “vulcanico” Giovanni Coco, dirigente di Palazzo dei Giurati, in appena cinque serate si è registrato un movimento di almeno 2.000 spettatori, tutti ben seduti nella piazzetta del monumento ai Caduti del parco. Anche in questo caso è stata effettuata una sorta di piccola rivoluzione. Il palco per la prima volta è stato collocato proprio sotto il monumento. “In questo modo – ha detto Mennella – si è potuto sfruttare la naturale conformazione di quello slargo”. Il risultato è stato di realizzare una sorta di cavea in mezzo ad essenze rare unica al mondo che adesso si candida ad ospitare altre iniziative del genere.
Nel complimentarmi con chi si occupa, magari a tempo pieno, del Parco Giovanni Colonna, Duca di Cesarò, ossia la Villa Comunale perchè negli ultimi due anni sono stati fatti enormi progressi nella sua cura, non possiamo sottacere che alcune “Torrette” necessitano ancora di interventi strutturali urgentissimi.
Con la presente desidero sollecitare gli amici che si occupano della Villa affinchè un patrimonio unico nel suo genere, non abbia a subire danni irreparabili.
Intanto nella “Torretta” sopra i cessi, basterebbe apporre una fasciatura metallica ai due pilastri spaccati a metà o comunque qualcosa che possa evitare l’ulteriore dilatazione.
Penso che non sia poi un intervento alquanto costoso.
Sono certo che chi ha a cuore le sorti del Giardino Pubblico, non vorrà perdere altro tempo.
Questa amministrazione è stata solerte ad inervenire, faccia allora un’ulteriore sforzo e completi il lavoro già iniziato.
Un turista qualche anno fa mi diceva di essersi innamorato della Villa e non del Teatro Greco, quando era venuto per la prima volta a Toarmina, moltissimi anni or sono, facciamo che i turisti, che sono il pane della città, tornino ad innamorarsi della Villa.
e non vorrei far dimenticare che lo scorso anno queste iniziative sono state portate avanti anche da molti artisti locali, ….. ricordate “Pellitteri” o i “Movida” con la bravissima “Viviana Calderone”????? …. già …… ma c’è ancora spazio per i nostri giovani? …………..(nemo profeta in patria est)!!!!!!
Credo che i due militi in bronzo necessitano di una bella pulitura dalle incrostazioni calcaree. E’ dalla loro messa in opera che non ricevono alcun trattamento, tranne quello che ricevono dagli eventi atmosferici, quindi sarebbe il caso di eseguere un trattamento consono all’importanza che hanno, visto che rappresentano la vita data da tanti nostri avi per la nostra libertà.
Resta inteso che la villa è migliorata tantissimo ma noi non ci accontentiamo vogliamo sempre il meglio per la nostra meravigliosa Taormina.
Per rendere il parco ancora più bello e lo slargo dei caduti più attraente, darei una bella messa la pulitura dal calcare ai due militi in bronzo.
Credo che sia dalla loro messa in opera che non ricevono alcun trattamento che non sia quello del sole, della pioggia e di tutti gli eventi atmosferici.
Comunque bisogna fare i complimenti per la nuova presentazione del parco e speriamo di vederla in futuro ancora più bella, come tanti giardini d’Italia dove per visitarli bisogna pagare.
Bisogna essere un pò critici in positivo perchè riconosco le enormi potenzialità di ciò che possediamo
Salvatore Bozzurro