Taormina. Da Bruno De Vita, riceviamo e pubblichiamo: “Il Piano di riequilibrio respinto dalla Corte dei Conti rappresenta la bocciatura della gestione politica degli ultimi 10 anni, ma soprattutto la condanna dell’inerzia e dell’incapacità politica ed amministrativa di questa Amministrazione, più volte sollecitata ad operare scelte ed intraprendere azioni di risanamento reali, ma sorda rispetto a tale tematica, attenta solamente a gestire (male) l’esistente. I cittadini inoltre devono sapere che la sentenza boccia in modo impietoso la supponenza e la superbia dei vertici del Comune, sempre pronti a sminuire il problema ed annunciare eclatanti risultati, omettendo colpevolmente di spiegare, discutere ed affrontare la reale condizione finanziaria dell’Ente. Abbiamo provato nei primi anni di questa gestione, insieme all’allora assessore Andrea Carpita, a spiegare la gravità della situazione, presentando anche specifici documenti e conseguenti atti amministrativi, come quello per costituire l’Ufficio Unico delle Entrate, necessario per una reale lotta all’evasione tributaria: documenti ed atti sempre respinti dai vertici dell’ente. Nel febbraio di quest’anno abbiamo presentato al sindaco ed alla maggioranza un documento per il rilancio dell’azione politica ed amministrativa del Comune, prima firmato e quindi condiviso da tutti, ma poi disconosciuto per garantire un rimpasto soft: all’interno di tale documento erano inserite ben 10 proposte, funzionali al risanamento finanziario, che abbiamo riproposto il mese scorso in occasione del dibattito sugli atti propedeutici al bilancio. Carta straccia e parole al vento. Con drammatica capacità profetica scrivevamo nel nostro documento/proposta: Manca un qualunque percorso organico di risanamento, esistono solo una serie di atti funzionali solo a creare l’illusione di un riequilibrio dei conti, agendo solo sulla leva dei tributi e quindi delle entrate, senza alcun atto concreto sul fronte della cosiddetta Spending Review, invocavamo quel cambiamento oggi sempre più necessario soprattutto alla luce delle contestazioni mosse dalla Corte dei Conti e mai chiarite, con il risultato che oggi il Comune di Taormina, uno degli enti locali più ricchi in Italia, rischia il dissesto finanziario. Il rischio è divenuto realtà e le azioni che l’Amministrazione avrebbe dovuto porre in essere per superare le criticità addebitate, sono state ritenute insufficienti dalla Corte. La nostra proposta partiva dal presupposto che l’azione di risanamento finanziario dell’ente rappresenta obiettivo prioritario dell’azione del governo cittadino, ed ogni iniziativa o decisione dovrà tener conto della necessità di salvaguardare gli equilibri finanziari del Comune. Tale azione troverà il suo fondamento e la sua concretizzazione attraverso i seguenti elementi: Il contenimento e la razionalizzazione della spesa, l’incremento delle entrate correnti, anche attraverso il potenziamento della lotta all’evasione ed all’elusione dei tributi locali, un piano di rientro dei debiti fuori bilancio, la revisione dei residui; una oculata gestione del patrimonio comunale. Oggi più che mai siamo convinti che, attuando le nostre proposte e amministrando con rigore e programmazione, il dissesto si sarebbe potuto evitare: di fronte a una bocciatura così clamorosa, chiamiamo il Sindaco a rispondere davanti alla città, assumendosi la piena responsabilità delle sue azioni, ed una volta chiarite le responsabilità, dovrà trarre le dovute conseguenze politiche, amministrative e finanziarie, con la bocciatura e relativa sanzione per tutti i responsabili di questa fallimentare gestione”.